RARAOVIS “ne sveleremo l’essenza”

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RARAOVIS “ne sveleremo l’essenza”(LDV 027) LIZARD RECORDS – digipackbarcode: 8003112200278
“Un concept album di rock progressivo “romantico” che si distingue per ricerca artistica e intellettuale……un’opera capace di omaggiare la tradizione del prog italiano e al tempo stesso riproporla sotto una veste innovativa”RaraOvis è il progetto in studio di Leonardo Pegoraro, scrittore e compositore italo-australiano. Progetto nato nel 2021, approda al suo album di debutto ne sveleremo l’essenza, realizzato con la preziosa collaborazione di Matteo Ricci, musicista e fonico presso lo “Studio 77” di Genova, e sotto la direzione artistica di Fabio Zuffanti, figura di riferimento nel panorama del rock progressivo italiano.

Attraverso strumentazioni sinfoniche, tempi irregolari onnipresenti ma mai invasivi, arrangiamenti evocativi e una raffinata sensibilità melodica, l’album si apre con accenni “orientaleggianti” (tra cui, forse per la prima volta nella storia del genere, un assolo di campane tibetane), per poi spaziare fra musica classica, tratti rock, qualche pizzico di minimalismo e sperimentazione, ovvero le commistioni del rock progressivo.

Il concept album affronta e trasforma il tema amoroso in un viaggio articolato in cinque tappe (cinque brani tra cui, su sollecitazione e supervisione dell’esperto Zuffanti, la lunga suite finale) che elevano l’esperienza a un’ascesi filosofica. La scelta del genere musicale non è casuale: la natura del progfatta di temi che si contrappongono, si sviluppano e si superano, rispecchia in musica il percorso stesso dell’Eros. 

Un percorso dialettico che, dall’incertezza iniziale del brano di apertura (primi passi), attraversa il fuoco di un’infatuazione non corrisposta (sento calore), si apre alla passione eterna (luci a mandorla), ne confronta la possibile finitezza (i contorni dell’alba), culminando nella rivelazione dell’Eros platonico-socratico (ne sveleremo l’essenza): il desiderio, nato da una mancanza, si rivela qui come il motore di un cammino verso una forma di conoscenza superiore.

A tradurre tutto questo in musica è un ensemble di ben dodici elementi. Alle voci soliste, che a volte si alternano e altre volte si sovrappongono in un dialogo armonico, il cantautore Fabio Cinti, con uno degli stili più eleganti e sofisticati del panorama italiano, nonché grande interprete di Franco Battiato, e Irene Manca, giovane promessa genovese dalla timbrica limpida e intensa, capace di modulare la propria espressività tra leggerezza e vigore.

Pegoraro, oltre alla composizione della musica e dei testi e all’intervento con generose tessiture di tastiere in ogni brano, ha impostato gli arrangiamenti. A completare e arricchire questi ultimi sono intervenuti l’esperienza e il gusto poliedrico di Ricci, a cui si devono anche parte delle chitarre elettriche, il soundscaping, l’accurato missaggio e la registrazione degli altri musicisti coinvolti. 

Tra questi ultimi, spiccano in tutti i brani il lirico e seducente pianoforte a coda di Luca Scherani e la batteria ingegnosa e dialogante di Andrea Orlando. Presenza continua e imprescindibile è anche Giulio Gaietto al basso – ora delicato, ora energico a seconda delle esigenze del tessuto musicale e col tocco speciale dell’archetto sul finire della quarta traccia – e in alcune sezioni alle tastiere, ad affiancare e interagire con quelle di Pegoraro.

Ad impreziosire il tutto intervengono, in singoli brani, le chitarre armoniose e incisive di Massimo Montarese e Marco Topini, ora classiche e acustiche, ora elettriche e distorteOsvaldo Loi a commentare dolcemente con violino e violaMauro Serpe ad accarezzare la prima traccia con il flauto traverso; mentre nell’ultima, quasi a voler chiudere il cerchio, compare l’istrionico Jacopo Gabutto, artefice di un piccolo ensemble di fiati (fagotto, flauto traverso e clarinetto) all’interno dell’ensemble generale.Il risultato? Un lavoro di rock progressivo “romantico”che si distingue per ricerca artistica ed intellettualeUn’opera in grado di accompagnare l’ascoltatore e catturarne l’attenzione grazie alla sua seduzione sonora e a colpi di scena originaliDestinata a lasciare il segno per la capacità di omaggiarela tradizione del prog italianoe al tempo stesso riproporla sotto una veste innovativa, soave (come le gambe danzanti cantate nel secondo brano) ed avvolgente.RaraOvis Ensemble

  • Fabio Cinti: voce 
  • Irene Manca: voce
  • Leonardo Pegoraro: tastiere
  • Luca Scherani: pianoforte a coda
  • Matteo Ricci: chitarre elettriche, soundscape 
  • Massimo Montarese: chitarre acustica, classica, elettrica 
  • Marco Topini: chitarra classica 
  • Giulio Gaietto: basso elettrico, tastiere
  • Andrea Orlando: batteria
  • Jacopo Gabutto: fagotto, flauto traverso, clarinetto 
  • Mauro Serpe: flauto traverso
  • Osvaldo Loi: viola, violino 

A “romantic” progressive rock concept album that stands out for its artistic and intellectual depth…
…a work that celebrates the tradition of Italian prog while reimagining it in an innovative form”.

RaraOvis is the studio project of Leonardo Pegoraro, an Italo-Australian writer and composer.

Launched in 2021, the project now presents its debut album ne sveleremo l’essenza, created with the valuable collaboration of Matteo Ricci, a musician and sound engineer at “Studio 77” in Genoa, and under the artistic direction of Fabio Zuffantia key figure in the Italian progressive rock scene.

Through symphonic instrumentation, omnipresent yet never intrusive odd time signatures, evocative arrangements, and refined melodic sensitivity, the album opens with “oriental” hints (including, perhaps for the first time in the genre’s history, a Tibetan bell solo), then explores classical music, rock elements, touches of minimalism, and experimentation – the very blend that defines progressive rock.

The concept album transforms the theme of love into a journey articulated in five stages (five tracks, including, at Zuffanti’s suggestion and under his supervision, a long final suite) that elevates the experience to a philosophical ascent. The choice of genre is no coincidence: the nature of prog, with its contrasting, evolving, and transcending themes, musically mirrors the path of Eros itself.

A dialectical journey that begins with the uncertainty of the opening track (primi passi), passes through the fire of unrequited infatuation (sento calore), opens to eternal passion (luci a mandorla), confronts its possible finitude (i contorni dell’alba), and culminates in the revelation of Platonic-Socratic Eros (ne sveleremo l’essenza): desire, born of lack, is revealed here as the driving force of a journey toward a higher form of knowledge.

This musical vision is brought to life by an ensemble consisting of twelve performers.
Among the solo voices, sometimes alternating and sometimes overlapping in harmonic dialogue, are Fabio Cinti, one of the most elegant and sophisticated singer-songwriters in Italy and a renowned interpreter of Franco Battiato, and Irene Manca, a promising young Genoese vocalist with a clear and intense tone, capable of modulating her expressiveness between lightness and strength.

Pegoraro, in addition to composing the music and lyrics and contributing rich keyboard textures to every track, also shaped the arrangements. These were further enriched by Ricci’s experience and eclectic taste; he also contributed electric guitars, soundscaping, meticulous mixing, and the recording of the other musicians.

Among these, standout contributions include the lyrical and seductive grand piano of Luca Scherani and the ingenious, conversational drumming of Andrea Orlando.
A constant and essential presence is Giulio Gaietto on bass – delicate or energetic, depending on the musical fabric, with a special arco (bowed) touch at the end of the fourth track – and in some sections on keyboards, complementing and interacting with Pegoraro’s own.

Adding further richness to individual tracks are the harmonious and incisive guitars of Massimo Montarese and Marco Topini, both classical/acoustic and electric/distorted; Osvaldo Loi with gentle commentary on violin and violaMauro Serpe caressing the first track with his flute; and finally, in the last track, almost as if to close the circle, the flamboyant Jacopo Gabutto, who performs all parts of a small wind ensemble(bassoon, flute, and clarinetwithin the broader ensemble.

The result? A “romantic” progressive rock work that stands out for its artistic and intellectual depth. A creation capable of guiding the listener and capturing their attention through sonic seduction and original twists. Destined to leave a mark for its ability to celebrate the tradition of Italian prog while reimagining it in a fresh, soave (graceful, like the dancing legs sung in the second track), and enveloping form.