DAVIDE CAMERIN

AKO DOMA
29 Settembre 2017
DISCOLOR
1 Ottobre 2017
001

DAVIDE CAMERIN

“40 metri quadri” 1999
 
002 “Natale Parabellum”  2002

 

“Dedalo” 2005

Il trevigiano Davide Camerin si definisce giustamente un cantautore. Ma il suo nuovo album -“Dedalo” (Lizard/La Luna ed il falò) – è anche un labirinto suggestivo di sonorità dalle forti venature progressive (come la title track)… In alcune canzoni acustiche (come “Amore nella notte”) emerge in pieno invece la  proposta cantautorale a sprazzi di stile lolliano  o deandriano.
“La Luna ed il falò” è una side-label della Lizard  che nasce con una bella citazione di Cesare Pavese, con l’armonia del mito e la disarmonia della storia… La Lizard è specializzata in produzioni alternative e di avanguardia; questa etichetta invece è la terra del cantautorato, figlia di una stagione che credeva nelle emozioni e che invita a riflettere. «Davide Camerin, di San Vendemiano, ci ha fornito – ci spiega il discografico Loris Furlan – l’occasione per questa avventura con “La Luna e i Falò”; che prende spunto dal Pavese del mito, delle radici e del “sangue della terra” e si  ricollega alla dimensione più intimistica di Davide, con accezioni variegate e folkish».
Un album vero che ha il gusto dei Mon Cherì (“Cena con erbe aromatiche”), suoni intriganti e versi che ti coinvolgono. La società oggi? «Un mondo di Mon Cherì, liquore vero nei cioccolatini». In  evidenza la canzone “Negli occhi di Cinto” ( testo di Loris Furlan ed ancora una citazione de “La luna ed il falò” di Pavese…) con un sax incisivo e la bella voce di Elisabeth Geel.
Canzoni quelle di Camerin che sono piccoli film, racconti di vita. E’ un piccolo capolavoro “Ti ho amato tanto”, con il gusto scenografico dei dettagli. Ma tutto il disco è davvero curato nei minimi particolari; nei testi, nei suoni, nel packaging (impreziosiscono la cover ed il booklet di Egidio Marullo).
Il fine del cantautore in una citazione di Ludwig Wittgenstein: «Dove gli altri proseguono, là io mi fermo».

Gaetano Menna

“Canzoni in economia 2008”

Canzoni in economia
La Luna e i Falò nei suoi assurdi girotondi, è sempre difficile comprendere i complicati meccanismi della discografia nazionale targata terzo millennio. Quali elementi contribuiscono a elevare un personaggio chiuso nella dorata prigione della notorietà locale a “fenomeno” nazionale, spinto dalla critica “importante”? Seppur questo, sia chiaro, non significhi assolutamente nulla, se non qualche paginetta e qualche foto sparsa qua e là. Mi chiedo quanti sono i gruppuscoli e i cantautori – i nomi fateli voi – che circolano nelle classifiche di fine anno, del MEI, delle riviste, che non possiedono nemmeno un’oncia non solo dell’esperienza del trevigiano Davide Camerin, ma anche del talento? Il Nostro da oltre tre lustri (spesi in quattro album e centinaia di concerti), spinto da un’inclinazione naturale verso la poesia musicata; usando un linguaggio umile e comunque forbito, che pesca anche al suo dialetto; racconta con tenui acquarelli un passato fatto di guerra e speranza che non va dimenticato e sentimenti che fuggono, si incastrano e soffrono. Storie di vita, a cui bastano pochi sentiti accordi: è il caso della dolcissima “Canzone piccola” e de “Le doti della mano” tratteggiata da una tromba soffice e malinconica. In “Nel paese dell’ignoranza” si canta il bisogno della verità, mentre “L’affaire” è spinta dalla filosofia spiccia da osteria, “La vera canzone di Rosellina e Alberto Cantone”  è una cantilena a tre voci, “El cenacolo” e “Toni l’è mona”, suonano come filastrocche senza tempo. In chiusura la tavolozza dorata “Favola in blu”, ricamata sul pianoforte e impreziosita dalla voce splendida di Federica Tellan. Nei suoi tre quarti d’ora, “Canzoni in economia” rievoca docili fantasmi di Fabrizio De André, Angelo Branduardi e Davide Van De Sfross, nomi altrove utilizzati fuori luogo, ma che qui appaiono realmente dei punti di riferimento.Gianni Della Cioppa

“Le Storie Del Cognato 2010”